Lo Spirito del Santo Natale
L’invito di Papa Francesco alla cura del creato nel messaggio per la Giornata mondiale richiama l’imminente anno giubilare col tema della Speranza.
Il testo pone al centro l’uomo e la condivisione della medesima speranza di redenzione che condivide con il creato.
L’attore è lo Spirito di Dio che ci rende capaci di Fede e di una azione caritativa, sorgente di libertà e conferma della Speranza che tutto il creato verrà liberato dal male, segno del peccato di cui anche il mondo naturale soffre e geme le conseguenze (Romani 8, 19-35).
L’azione dell’uomo è centrale: da qui l’invito a ripensare al potere dell’uomo:”
L’obbedienza allo Spirito d’amore cambia radicalmente l’atteggiamento dell’uomo: da “predatore” a “coltivatore” del giardino.
La terra è affidata all’uomo, ma resta di Dio (cfr Lv 25,23).
Questo è l’antropocentrismo teologale della tradizione ebraico-cristiana. (..) possedere e dominare la natura, manipolandola a proprio piacimento, è una forma di idolatria”.
La salvaguardia del creato è questione teologica che riguarda la nostra relazione con Dio: “C’è una motivazione trascendente (teologico-etica) che impegna il cristiano a promuovere la giustizia e la pace nel mondo, anche attraverso la destinazione universale dei beni: si tratta della rivelazione dei figli di Dio che il creato attende, gemendo come nelle doglie di un parto”
La riflessione su questo testo ha suscitato alcune domande e considerazioni. Innanzi tutto, domande sulla nostra fede, sulla conversione negli stili di vita, su quella critica sociale che è possibilità di cambiare lo status quo.
Il testo ci ricorda l’importanza dello Spirito e dalla Parola di Dio per rimanere liberi nel nostro giudizio; i conflitti presenti sembrano costringerci a schierarci da una parte o dall’altra delle fazioni e popoli in guerra perdendo la Speranza di una possibile pacificazione.
Il documento evoca il difficile equilibrio tra l’enorme potere umano accompagnato da una scarsa riflessione etico-filosofica, e ci invita ad una Fede matura e a una Speranza certa in un’epoca storica in cui pare che la Fede non sia più rilevante per l’agire dell’uomo.
Il Consiglio di Azione Cattolica, Casa di Betania
Il testo pone al centro l’uomo e la condivisione della medesima speranza di redenzione che condivide con il creato.
L’attore è lo Spirito di Dio che ci rende capaci di Fede e di una azione caritativa, sorgente di libertà e conferma della Speranza che tutto il creato verrà liberato dal male, segno del peccato di cui anche il mondo naturale soffre e geme le conseguenze (Romani 8, 19-35).
L’azione dell’uomo è centrale: da qui l’invito a ripensare al potere dell’uomo:”
L’obbedienza allo Spirito d’amore cambia radicalmente l’atteggiamento dell’uomo: da “predatore” a “coltivatore” del giardino.
La terra è affidata all’uomo, ma resta di Dio (cfr Lv 25,23).
Questo è l’antropocentrismo teologale della tradizione ebraico-cristiana. (..) possedere e dominare la natura, manipolandola a proprio piacimento, è una forma di idolatria”.
La salvaguardia del creato è questione teologica che riguarda la nostra relazione con Dio: “C’è una motivazione trascendente (teologico-etica) che impegna il cristiano a promuovere la giustizia e la pace nel mondo, anche attraverso la destinazione universale dei beni: si tratta della rivelazione dei figli di Dio che il creato attende, gemendo come nelle doglie di un parto”
La riflessione su questo testo ha suscitato alcune domande e considerazioni. Innanzi tutto, domande sulla nostra fede, sulla conversione negli stili di vita, su quella critica sociale che è possibilità di cambiare lo status quo.
Il testo ci ricorda l’importanza dello Spirito e dalla Parola di Dio per rimanere liberi nel nostro giudizio; i conflitti presenti sembrano costringerci a schierarci da una parte o dall’altra delle fazioni e popoli in guerra perdendo la Speranza di una possibile pacificazione.
Il documento evoca il difficile equilibrio tra l’enorme potere umano accompagnato da una scarsa riflessione etico-filosofica, e ci invita ad una Fede matura e a una Speranza certa in un’epoca storica in cui pare che la Fede non sia più rilevante per l’agire dell’uomo.
Il Consiglio di Azione Cattolica, Casa di Betania