
Il fatto: ad
Agrate il
16 agosto 1913 l’Eucarestia fu riposta stabilmente nella Chiesa di San Pietro.
C’è uno scritto di Madre Ada Bianchi che così ricorda quell’avvenimento: “
Lui (Gesù) vi si stabilì, novella Betania, ma per non più lasciarla”.
E’ una definizione che ben si addice anche a noi: “
novella Betania”.
Che lo siamo di nome è una realtà; che lo siamo di fatto è un cantiere che stiamo edificando.
Anche la nostra CP, nella prima settimana di novembre, ha avuto l’opportunità di vivere le Giornate Eucaristiche e di far sì che ciascuna Parrocchia diventasse quella casa di Betania che con grande gioia e dedizione accoglieva e ospitava Gesù.
Ma ci chiediamo: siamo stati
animati dagli stessi sentimenti di
Maria,
Marta e
Lazzaro oppure ne siamo stati
indifferenti? Ci siamo accorti che, fedelmente e discretamente, Gesù ha voluto intrattenersi in mezzo alle nostre case e alle nostre famiglie? Siamo stati capaci di ricambiarlo con la nostra presenza?
Nella sua lettera l’apostolo Pietro ci invita ad abitare presso il Signore per costruire una comunità solida e fraterna: “Stringendoci a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” (1Pt 2,4-5).

Le Giornate Eucaristiche ci hanno offerto un’ulteriore occasione per non lasciare incompiuto il nostro “
cantiere di Betania”.
Un edificio resta non ultimato quando si ha la pretesa di costruirlo da soli o di voler occuparsi solo della propria parte di competenza.
Chiediamoci ancora: ho sentito queste Giornate come un momento privilegiato in cui vivere e far crescere uno stile comunitario? Ho colto l’invito ad alzare lo sguardo per vedere il “
cantiere” nella sua interezza ed avere una visione d’insieme ed un’unità di intenti?
Riflessioni forti, provocazioni che hanno l’obiettivo di svestirci dalla nostra condizione di “
cristiani della sufficienza” o “
del minimo necessario”, come ci è stato ricordato in un’omelia di quei giorni.
Spunti di meditazione a cui ci farebbe piacere che seguisse un confronto, uno scambio di pareri, certi che, come recita un canto ecclesiale, “
una pietra dopo l’altra alto arriverai”.
Vorremmo che questo “
arriverai” diventasse “
arriveremo”.
Il Direttivo della Comunità Pastorale