
Il mese di maggio, nella mente e nel cuore di chi non è più giovane, richiama tutta una serie di ricordi e di emozioni legate alle serate gioiose e spensierate quando si andava in chiesa per la recita del
S. Rosario; ricordi che ci fanno ancora oggi sorridere e provare quella gioia nascosta ma autentica.
Tutto questo può tornare? Si possono rivivere quelle emozioni? No! Perché quei tempi sono passati e perché la fede non è un fascio di emozioni pidermiche e nostalgiche.
E allora perché torniamo nei cortili a recitare il S.Rosario? Non è certamente una operazione di restyling, ma un obiettivo pensato e voluto dalle parrocchie e dai Consigli Pastorali.
Si va nei cortili per riportare la preghiera nelle case.
Sappiamo tutti la difficoltà a trovare il tempo e lo spazio per la preghiera in famiglia, sappiamo anche la ritrosia di adulti e giovani per un

momento di silenzio e sappiamo anche che la fretta e la frenesia spesso ci tolgono il gusto del fermarsi per domandarci che cosa e perché stiamo facendo quella tal cosa… Il fatto che fuori del tuo uscio o sotto la tua finestra si radunano delle persone a pregare può senz’altro offrire l’occasione di spegnere la televisione, di lasciare il computer e uscire per associarsi nella preghiera comune.
Si prega con il S. Rosario… Non è un ripristinare la tradizione, ma aiutare a pregare prendendo spunto dal Vangelo, dalla storia di Gesù e di Maria.
Certamente è una preghiera difficile,
un pò noiosa e monotona e non piace a chi è abituato a correre, ma, se si ha il
coraggio di
lasciare la fretta e di
fermarsi, può senz’altro offrire opportunità di
riflessione e di
comunione con il
Signore e anche di affidare a
Maria, madre di Cristo e madre nostra le nostre preoccupazioni legate in particolare al momento difficile che stiamo vivendo.
E’ la Parrocchia che lascia il suo ambiente normale (
la Chiesa)
per farsi vicina alle case, alle famiglie.
Anche questo è un aspetto non trascurabile.
Per tanti che
non frequentano più la chiesa questo
può essere una felice occasione di incontrare dei fratelli e sorelle che manifestano la loro fede con la preghiera.
Oggi siamo un po’ tutti portati a vivere la fede nel proprio intimo, quasi per non creare fastidio a chi ci sta vicino, ma lo sappiamo benissimo che la fede è come una carica esplosiva e che non può stare nascosta nel profondo dei nostri pensieri.
Carissimi fratelli e sorelle della Comunità Casa di Betania, non perdiamo questa occasione per manifestare il nostro amore per Gesù e per Maria e per mostrare che siamo una comunità presente sul territorio, per il quale ci impegniamo non soltanto a pregare, ma ad essere anche elementi di coesione e di fraternità.
Don Mauro Radice